La relazione tecnica depositata in Procura dal luminare oncologico Luciano Mutti, parla di migliaia di decessi legati all’inquinamento. Cittadini e lavoratori esposti per anni a elevate concentrazioni cancerogene.

É ciò che denunciamo da ANNI.

Il documento, frutto di verifiche condotte tra il 2018 e il 2024, conferma un eccesso prolungato di benzene nei cieli e nei polmoni dei tarantini.

Esposizioni singole e prolungate a livelli di benzene ben superiori ai limiti di sicurezza, con effetti già osservabili in termini di mortalità e incidenza di malattie oncologiche. Secondo l’elaborazione tecnica, la mortalità per malattie oncologiche e respiratorie resta superiore alla media nazionale, con una stima di oltre 3.000 decessi attribuibili a esposizioni croniche nell’arco di due decenni.

Il castello di carte del ministro Adolfo Urso si sta sgretolando giorno dopo giorno.

E nonostante molti giornali si impegnino quotidianamente per camuffare la realtà, oggi é quasi impossibile.

La Commissione Europea ha infatti avviato una seconda lettera di costituzione in mora all’Italia il 7 maggio 2025 nell’ambito della procedura di infrazione INFR 2013/2177, giudicando ancora insufficienti le misure adottate per Taranto. L’Italia rischia così un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia e sanzioni aggiuntive.

Invece di continuare ad usare scuse e a difendere un’ottica veteroindustriale che non tiene conto della vita e della dignità di lavoratori e cittadini, il governo (e i sindacati confederali che sostengono Urso) abbiano il coraggio di mettere in campo la chiusura delle fonti inquinanti, la bonifica di tutta l’area e la tutela occupazionale per tutti i lavoratori con l’introduzione ai lavori di bonifica.

Anche per questo Aderiamo e sosteniamo il Ricorso al TAR per l’impugnazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), contro la prosecuzione dell’attività produttiva fossile dell’installazione industriale ex Ilva di Taranto.

-LEGGE SPECIALE, risarcimento danni per tutti i lavoratori in base alla sentenza CEDU del 5 maggio 2022.”

Da LMO Lavoratori Metalmeccanici Organizzati – Taranto