60,74,78,90,108…
E’ la continua spirale di crescita dei pezzi orari che si producono in Electrolux Solaro nel corso degli anni.
Numeri da capogiro che paiono paradossali se si pensa che i volumi produttivi , invece, sono in continuo calo negli anni. In realtà l’azienda con questa politica abbatte i costi, fa efficienza e risparmia, producendo di più in meno tempo, scaricando i tempi risparmiati (nei tempi di crisi) di fermo all’Inps attraverso l’uso degli ammortizzatori sociali(Cigo, Cigs,Cds) con conseguenteperdita salariale per i lavoratori.
La perdita salariale, però, è solo una parte del problema, l’altra riguarda la salute di chi lavora…
Proviamo ad immaginare cosa significhi effettuare le stesse operazioni con mani, braccia, spalle per 90 o ancor peggio 108 pezzi all’ora(nella giornata da 630 ad oltre 700 ) per anni, tutto questo con l’età che sale ( la media dello stabilimento è ben oltre i 40 anni con picchi intorno ai 60 o poco giù di lì) e tanti anni di usura sulla catena di montaggio.
Il ricambio, inoltre, è pressochè inesistente, le assunzioni negli ultimi anni sono state limitatissime… Una fabbrica “vecchia” a cui si chiede di produrre a velocità che sarebbero dure pure per i giovani. Dicevamo le assunzioni…Quelle che l’azienda non ha fatto neppure quando era previsto da un accordo del 2023…I 108 pezzi, invece, li ha applicati subito!
Questa scriteriata accelerazione dei ritmi sommata all’utilizzo di componentistica al risparmio e di attrezzatura obsoleta sta contribuendo a creare un aumento nei lavoratori di patologie muscolo-scheletriche…Il numero dei Ral(lavoratori con ridotte attitudine lavorative) è in continua crescita e lo sarà sempre più con questa politica addottatada Electrolux.
E non finisce qui; Per chi ha limitazioni al lavoro( soprattutto quelle più gravi) le posizioni svincolate e “morbide” sono limitatissime grazie alla scelta aziendale di esternalizzarle, inserirle nei cicli di catena o sostituirle con robot, cosa questa che crea anche grossi disagi , molti si sentono o vengono fatti sentire come “inutili” con conseguenze anche sul piano psicologico.
Quali prospettive per il futuro? La storia degli ultimi 10 anni parla chiaro… Con il ricatto occupazionale verranno chiesti ulteriori sacrifici economici e fisici ai lavoratori fino a quando non si arriverà al limite della spremitura completa.
A questo meccanismo va opposta resistenza…Occorre lottare per ripristinare cicli di lavoro più umani connessi ad un aumento delle pause(ferme ormai da 30 anni quando i ritmi erano decisamente più tranquilli) ma ,soprattutto, visto il continuo espandersi della tecnologia, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario e assumere e stabilizzare nuovi lavoratori giovani.
E la strada per vincere questa battaglia non può non passare dalla sensibilizzazione dei lavoratori, occorrerà far capire che lavoro deve essere dignitoso e non mero sfruttamento e che il ricatto occupazionale non può sempre prevalere sulla salute e sul salario di chi lavora.